Batteria - Musica di Minusio

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Batteria

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Matteo Piazza, insegnante di percussioni

Data di nascita: 17 settembre 1968
L'interesse  per la musica è nato in me fin da piccolo quando guardavo suonare le  orchestrine che animavano matrimoni e feste varie nel ristorante dei  miei genitori.
Stavo per delle ore seduto per terra vicino alla batteria sognando di poterla un giorno suonare anch'io.
Nel  mio primo gruppettino di amici (che avevamo fondato più per far colpo  sulle nostre amichette, che per reali ispirazioni musicali) ho iniziato  suonando le tastiere. Col tempo la passione ha avuto il sopravvento,  stanchi delle ritmiche un po' ripetitive della batteria elettronica, si è  deciso di inserire una vera batteria; nessuno però voleva abbandonare  il proprio strumento e, siccome un amico si era nel frattempo annunciato  per suonare le tastiere, gli ho ceduto volentieri il posto sedendomi  così finalmente alla batteria, strumento che già mi affascinava molto e  che non ho più lasciato.
Ho suonato per cinque anni ad orecchio  tentando di imitare i miei idoli di allora e mettendoci molto impegno,  ma, ad un certo punto, ho sentito il bisogno di avere un insegnante,  così ho iniziato con lezioni settimanali da Guido Parini di Lugano.
Dopo  altri cinque anni ho deciso di fare della musica, che fino ad allora  era un hobby, la mia professione. Lasciato il posto di lavoro (nel  frattempo mi ero diplomato in elettronica radio-tv e già lavoravo come  operaio da alcuni anni) mi sono iscritto alla American Institute of  Music di Vienna. L'ho frequentata per un anno a tempo pieno ottenendo il  Professional Diploma che è il più alto riconoscimento che la scuola  rilascia.
Tuttora seguo un corso di perfezionamento con il maestro Giorgio Di Tullio a Milano.
Insegnare  è stata sia una scelta che una necessità. Infatti per un musicista che  vive e lavora in Ticino non è semplice far fronte a tutti gli impegni  basandosi unicamente sui proventi dell'attività concertistica.
Oltre a  questi motivi di ordine pratico-gestionale c'è sicuramente una serie di  aspetti più emozionali che portano un musicista a scegliere di  dedicarsi all'insegnamento.
Per quanto mi riguarda c'è il piacere di  trasmettere delle conoscenze stando a contatto con persone di tutte le  età e con le quali condividere questa grande passione.
Le esperienze  che si vivono insegnando sono le più disparate ma, allo stesso tempo,  parte di esse sono probabilmente comuni ad ogni insegnante,  indipendentemente dallo strumento. Parlando delle cose meno gratificanti  citerei i casi di quegli allievi che, pur essendo dotati, non dedicano  il tempo necessario allo studio compromettendo così il loro  apprendimento, o ancora di quegli allievi ai quali si cerca di dare il  meglio di sé per far nascere delle motivazioni, ma con scarsissimi  risultati.
Parlando invece delle soddisfazioni, e ce ne sono molte,  ricorderei quei casi di allievi che iniziando da zero, o quasi, nel giro  di due semestri sono in grado di suonare in gruppo interpretando parti  che solo qualche mese prima erano per loro semplicemente impensabili.
Per  concludere citerei i casi, invero non numerosi, di quei allievi che  decidono, dopo un periodo trascorso con me, di intraprendere la strada  della professione.
Ebbene, in questi casi, le sensazioni sono  duplici: da un lato il piacere di aver contribuito all'inizio di una  potenziale carriera e dall'altro le preoccupazioni di veder qualcuno  intraprendere questa strada che di per sé rimane piena di incognite e  non offre garanzie di riuscita.


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